venerdì 27 giugno 2008

Ancora sulla questione giustizia

Ho senttito parlare più volte l'On. Giovanardi di Giustizia, del suo estremo rispetto per essa legato allo sconcerto dell'uso che se ne è fatto nel periodo di tangentopoli (non ha mai rinnegato il suo iniziale entusiasmo per l'azione dei giudici di Milano, che rivelavano la corruzone, salvo poi rendersi conto che tanti innocenti venivano coinvolti senza motivo e da qui il suo ottimo libro "STORIE DI STRAORDINARI INGIUSTIZIA - Arrestati, Infangati e Prosciolti" edito da Mondadori ).

Vi sottopongo un post approfondito e "polemico" tratto dal blog di Barbara Di Salvo:


Lo scontro era inevitabile e direi necessario.

Ben venga, quindi, che sia scoppiato con tanta irruenza, perché è stata proprio l’ipocrisia e, più spesso, la paura a permettere a certi giudici di dare un così pesante contributo al degrado italiano.

Sapete come la penso ed è inutile che vi ricordi gli innumerevoli esempi per cui tanti di loro meriterebbero di essere cacciati con ignominia e disonore, oltre che processati a loro volta.


È dai primi anni ’90 che i politici conniventi, terrorizzati e ipocriti si fanno influenzare dai magistrati.

Chi, come la sinistra, sposando il giustizialismo, convinta com’era che i giudici amici, dopo essersi fatti pagare l’università da Botteghe Oscure, fossero soldati al loro servizio, una volta al potere si è accorta sulla sua pelle che questi pretendevano di gestirlo loro stessi il potere, tenendo i politici al proprio guinzaglio. Giusta compensazione per certi ingenui, che non si sono accorti di coltivarsi una così pericolosa serpe in seno, esser caduti per colpa di un giudice che non gradiva che il Guardasigilli fosse Mastella anziché lo scudiero Di Pietro.


Proprio quel Tonino, che oggi finalmente svela il disegno politico, non certo ideato da lui, che lo ha portato dall’aula di (in)giustizia a quella politica, senza passare dal via. Perché stupirsi se oggi dà il meglio di sé? Lui è lì con uno scopo ben preciso: permettere alla magistratura di prendere il potere, senza sottomettersi a quello scomodo esercizio democratico che è il voto. Lui dall’alto del suo 4% sta dettando la linea politica dell’opposizione, ormai in bambola completa, e cerca di distogliere l’opinione pubblica dagli ottimi primi provvedimenti del governo, buttandola in rissa.


Ebbene, sembra che finalmente certi golpisti abbiano trovato pane per i loro denti. Sembra che finalmente un politico, che il voto degli italiani se lo è ampiamente guadagnato, abbia deciso di non sottostare più al ricatto, di smetterla di aver paura ed agire in maniera decisa.

Ottimo Silvio, la miglior difesa è l’attacco.

Sembra anche che gli alleati stiano resistendo al richiamo delle sirene del conflitto di interessi. Ci dimostreranno anche loro se hanno davvero la forza che occorre per affrontare uno scontro democratico senza precedenti ed ormai indispensabile.


E non crediate che lo scontro sia sul processo Mills o su uno dei tanti che 789 magistrati in 15 anni hanno messo in piedi contro il nostro nanetto Imputatolo senza cavare un ragno dal buco.

Questa è solo la facciata, serve per indignare l’opinione pubblica, che per fortuna non dà loro retta.

Ed è persino evidente che non stanno sbraitando tanto per far andare avanti quel processo.

Se davvero la Marxus avesse voluto condannarlo, se davvero avesse avuto le prove, lo avrebbe già fatto. Tanti anni e tanta passione politica e non riesce a chiudere neppure il primo grado? O è del tutto incompetente o sa di non avere niente in mano. Tanto più che sa di averla tirata talmente tanto per le lunghe che la prescrizione si avvicina.

Politicamente è molto più utile una spada di Damocle sulla testa di Imputatolo che una sentenza facilmente ribaltabile in appello. E se proprio dobbiamo emetterla questa sentenza, molto meglio farla quando è in carica, così lo mandiamo in crisi. Chissà perché, infatti, negli anni scorsi di quel processo non si è più sentito parlare ed è ripartito solo in campagna elettorale?

Ma davvero pensate che sono così tanti i fessi che credono nella vostra buona fede? Ecco, vi siete appena contati: giusto il 4% di voti del vostro scudiero.

Altra dimostrazione lampante che il problema non è quel processo? Erano disposti a barattare la blocca-processi con il lodo Schifani. Più di così.


Lo scontro, infatti, è da tutt’altra parte e, secondo me, non è neppure nella sospensione di un anno di processi precedenti al 2002.

Ma vi pare che a distanza di 6 anni, per reati minori, abbiano il coraggio di parlare di ragionevole durata del processo violata da questa sospensione? Cosa saranno mai 24 mesi in più?

Stanno sbraitando come ossessi, ma sono convinta che in fondo il loro cruccio non sia quello.

Ragionate un attimo come se al governo ci fosse ancora Prodi (scusate per il brivido di orrore che vi ho causato). Pensate che il dott. Maddalena, procuratore capo a Torino, dica ai suoi PM di dare la precedenza ai reati più gravi e di far slittare gli altri processi. Immaginate che questa riorganizzazione dei ruoli funzioni e il Tribunale di Torino riesca a smaltire gli arretrati ed a diventare uno dei più efficienti d’Italia. Immaginate poi che il prode Gongolo decida di estendere questo metodo per legge. Oggi sentiremmo gli osanna per tanta saggezza.

Ma il prode era amico dei giudici, che non temevano certo che lui mettesse becco nella loro disorganizzazione, perché avrebbe comunque lasciato loro la massima discrezionalità ed impunità di cui hanno goduto finora.


Ecco dove sta il problema. I giudici sanno che questo è solo il primo passo di una rivoluzione che li costringerà a lavorare come in un Paese civile.

Già le prime avvisaglie ci sono state e, per quanto passate inosservate ai media, sono epocali.

Sono paroline buttate qua e là nel decreto sicurezza che li stanno terrorizzando.

Casi in cui procedere con giudizio immediato o direttissimo non è più una facoltà, ma un obbligo per il PM.

Oddio un obbligo? Ma siamo pazzi? Obbligare un giudice significa togliergli un pezzettino della sua arbitrarietà. Sacrilegio. Lesa Maestà.

Se c’è un obbligo, bisogna rispondere a qualcuno se non lo si rispetta, si è responsabili se lo si vìola. Responsabilità dei magistrati? Ma scherziamo?!


Il vero scandalo, il terrore puro è poi quell’ordine di precedenza nel fissare i ruoli d’udienza.

È quello il vero grimaldello nella discrezionalità dell’azione penale, che nella sua obbligatorietà permetteva impunemente ai giudici di scegliere nel mucchio, senza alcun criterio, quali reati perseguire.

E la sospensione dei processi è il necessario corollario, per evitare che questa rivoluzione portasse alla prescrizione dei reati minori, che invece così è stata sospesa, in attesa di una riforma più organica della giustizia.


Il problema è tutto lì: stanno cercando di mettere becco in quel meccanismo che, per quanto astrattamente corretto, è stato abusato a tal punto che i mafiosi escono impunemente dal carcere per decorrenza dei termini, i reati dei terroristi finiscono in prescrizione, i camorristi non vengono perseguiti per le discariche abusive perché i PM ritengono più utile prendersela con i collaboratori di Bertolaso se in piena emergenza non rispettano alla virgola la burocrazia delle discariche legittime, mentre il processo contro Bassolino corre allegramente verso la prescrizione.

Significa togliere ai giudici la possibilità di cercar fama facile arrestando i re o correndo dietro alle gonnelle delle veline.


Il dibattito sull’obbligatorietà dell’azione penale è eterno come il diritto e non avrà mai una soluzione univoca, perché troppe sono le varianti che la impediscono.

Certo è che in Italia si è dimostrato disastroso trasformarla in arbitrarietà dei PM, ed era ora che si mettesse mano al problema.

Imporre il giudizio immediato o fissare dei criteri per la trattazione dei processi è proprio un primo passo per iniziare a regolamentare legislativamente questo potere immenso che fino ad oggi lo Stato ha abdicato.

Si tratta di un potere troppo grande per lasciarlo del tutto in mano a dipendenti pubblici, spesso lavativi, spesso spinti da interessi confliggenti con il rispetto della legge, e soprattutto del tutto privi di responsabilità, personale o politica, per le loro azioni.


Lo Stato siamo noi. Siamo noi elettori che deleghiamo il nostro potere, ma lo deleghiamo con il voto, incaricando il Governo ed il Parlamento, non i giudici. Quelli sono come i parenti, te li becchi e te li tieni.

Ebbene, avere la mano dura contro certi reati, piuttosto che altri, magari depenalizzandoli, far funzionare la giustizia in un certo modo, anziché lasciarla allo sfascio, è un nostro potere che abbiamo delegato a questo governo.


Il programma era chiaro, l’atteggiamento del premier pure. Lo abbiamo scelto, gli abbiamo dato fiducia anche perché rivoluzionasse la giustizia e la magistratura (io soprattutto).

Che ora un CSM qualsiasi, o un sindacato di magistrati politicizzati (che poi è la stessa cosa) si permetta di mettere in discussione il nostro voto, è a dir poco antidemocratico e giustamente definito eversivo.

Non esiste al mondo che i giudici, soggetti solo alla legge e quindi al volere del parlamento, si possano permettere di criticare una legge in fase di approvazione, né tanto meno una volta approvata.

È di una gravità inaudita e in qualsiasi altro Paese civile, non soggiogato da anni di colpo di stato strisciante, come quello che abbiamo subìto in questi 15 anni, sarebbe stato punito con la cacciata immediata di quei magistrati.


Lo scontro lo hanno voluto loro, lo hanno cercato, lo hanno reso inevitabile, necessario.

Se questo serve a farci tornare ad essere un Paese civile con una Giustizia seria, era ora.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Nicola,
come ben sai
non sono totalmente e bene informato
e sopratutto non ho la competenza tecnica.

Tuttavia ho letto il libro di Carlo, e "conosco" il "furore giacobino"
(per usare un termine di un politico a te ben noto.....)
che mosse
e muove la magistratura.

Mi dirai:
"ma che intervento è questo?".

Voglio dire:
non riesco a capire cosa stia accadendo ORA.
Mi fido di te,
e dei tuoi post
e di quanto riporti.
Ed anzi te ne sono grato:
ho sempre ritenuto
che lo sfascio
raggiunge il suo apice
quando
-dopo la politica e la magistratura-
la corruzione giunge alle Forze dell'Ordine.

Spero che non siamo già a questo!!!!

Comunque: benissimo aprire il dibattito,INFORMARE IN MODO "SANO".
Spero in un ulteriore e maggiore coinvolgimento.