lunedì 16 giugno 2008

Qui si fa il PDL o si muore

Nel mio periodo di riposo dal blog continuo a tenermi informato e oltre ai giornali leggo anche altri "commentatori" (http://www.netvibes.com/poplib ).
Mi sono imbattuto in due post apparentemente distanti di argomento ma che mi hanno fatto pensare:

Due citazioni :

"Ma una cosa è certa: dobbiamo, nel nostro piccolo, dare una mano, se non altro facendo sapere, allo schieramento che sosteniamo, che acca' nisciuno è fesso!"


"Anche perché - questo è più di un avvertimento, è una promessa! - ove i dirigenti di Forza Italia e An, un domani dovessero impazzire; e per questo motivo (o altro) manifestassero - che ne so - l'intenzione di rallentare o stoppare il processo di costituzione del Popolo della Libertà: andrebbero incontro a sicuri problemi.

Tipo: alcune centinaia di trentenni (e ventenni) - che gravitano attorno a per il Popolo delle Libertà e a Tocqueville -, sarebbero pronti a manifestare e a protestare giorno e notte, sotto le sedi di Forza Italia e di An."

Entrambe le analisi dei miei due esimi colleghi sono condivisibili ed approfondite.

Entrambe paventano un rischio: il rallentamento o ancor peggio lo sgretolamento del PDL.

Come più volte ho sottolineato sono un "novellino" per quanto riguarda la politica e forse questa mia "ingenuità" mi ha portato a credere fermamente nel progetto del PDL (trovando nell'On. Giovanardi un esponente limpido e sempre coerente, aperto e disponibile).

Qui nella mia zona, con amici delle altre forze politiche che "dovrebbero" costituire il PDL, abbiamo iniziato ad operare perché la nascita fosse effettivamente reale e, a questo punto con fortuna, ho trovato voglia di collaborare da parte di quasi tutti, abbiamo fatto riunioni, gazebo, aperitivi sempre in nome del PDL.

Ognuno ha dato la propria disponibilità (nonostante malanni, famiglie...).

Ora, a due mesi dalle elezioni ancora tutto tace (o almeno così pare vogliano farci capire), in realtà già si sentono le prime avvisaglie di battaglie interne, di tentativi di far passare senza troppo clamore le liste per le prossime amministrative e farci partecipare a giochi fatti.

Ma come?
Il partito unitario?
Il popolo della libertà è temporaneamente "in libertà"?

Il timore che a livello locale si giochi verso una forma di "annessionismo" (se non proprio di effettivo "colonialismo") è tangibile.

Allora deve arrivare forte un segnale alle direzioni centrali:

"Il POPOLO della libertà vuole diventare un soggetto vero, reale. I piccoli "poltronai della libertà" devono essere a servizio del progetto di unità, non del proprio tornaconto".

In questo momento più che mai trovo sia necessaria la nascita di un coordinamento dei nostri blog di centro-dx, non più degli utilissimi aggregatori di notizie ma una struttura pubblica, da far conoscere ai nostri deputati e senatori, in cui attraverso le nostre voci, sia chiaro che il nostro obiettivo non è il potere ma la crescita ed il bene del nostro paese.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene,Nicola.
E' proprio cosi:
come hai detto tu.
In certi casi,
CON GARBO,
ma bisogna cercare di far
arrivare
CHIARA
la propria voce!

Noi crediamo al progetto del POPOLO della libertà!!

Ed allora credo che questa tua chiara presa di posizione
(col titolo ilare ma non lontano dal vero)
serva al bene del pdl e del Paese, in fondo.

CORAGGIO, quindi: è il momento di mostrare realmente che crediamo nella politica diversa, vera e onesta, non delle POLTRONE:
"GRIDIAMOLO".

Il potere, fine a sè stesso,
proprio
NON
CI
INTERESSA!!!!!

Il clientelismo, voti di scambio et similia

sono d i s t a n t i
ANNI LUCE DA NOI:

da te,caro nicola,
dai tuoi amici blogger
(che hai citato e INVITATO)
E ANCHE DA ME!

Conta pure
TOTALMENTE
sul sottoscritto.

Anonimo ha detto...

Tu hai troppa fiducia nei blog. Anche molti dei nostri esimi politici hanno blog che nessuno considera.
Comunque la questione è seria.
Tu sai bene che non sono mai stato un fanatico del Pdl, soprattutto fatto in questo modo improvvisato, ma ora che siamo in ballo mi sembra giusto ballare.
La questione è la seguente: c'è stato molto rilassamento dopo le elezioni.
La vittoria ci ha portato ad accontentarci ciascuno della sua "cadrega" badando più alla spartizione dei posti piuttosto che ad un reale processo costitutivo. Il rischio è che, come alla fine della prima repubblica, la transizione rimanga abbozzata, in sospeso.
Finita la sfida elettorale eccoci tornare ai vecchi schemi con quest'aura di pace sociale che non è scritta da nessuna parte e che,
come dato di fatto, può svanire - come di fatto sta svanendo- in pochi giorni.
Il pd è ogni giorno che passa meno amico, le correnti tremontiane si contrappongono a quelle lettiane in questo tipo di trasformazione. D'Alema e Bindi aprono alla sinistra, Veltroni è circondato da nemici che lo vogliono progressivamente (in uno stile
tutto daleminao) scalzare dalla segreteria, Di Pietro fa opposizione alla vecchia maniera con metodi da giorno prima dell'apocalisse.

Vabbè. E' la politica italiana.
Ma un po' di serietà possiamo ancora
pretenderla.