lunedì 21 luglio 2008

Parliamo ancora di iPhone (e di tariffe)

Abbiamo parlato negli scorsi giorni di Iphone come simbolo di consumismo.

Oggi lo voglio vedere da un altro punto di vista: chi in effetti lo vuole comprare (io ci ho provato, ma Vodafone mi fa condizioni "capestro") si trova in una situazione abbastanza paradossale per quanto riguarda le tariffe (specialmente per la navigazione) rispetto agli altri paesi in cui tale telefono è commercializzato.

Vi riporto comunicato stampa e interrogazione parlamentare a questo proposito, presentate Venerdì 18 luglio dall On. Bellotti, col la collaborazione del Dott. Marcello Spirandelli:

IPhone: Bellotti (PDL) – I prezzi puzzano di cartello, il Governo intervenga

ROMA – L’on. Luca Bellotti del Pdl, ha deciso di interpellare il Governo con un atto parlamentare per il prezzo troppo elevato dell’ambito telefono marchiato Apple: “L’IPhone è un prodotto innovativo che rappresenta l’ultima frontiera della telefonia mobile e che sarà al contempo il punto di partenza per una nuova generazione di cellulari. Non si tratta di pubblicità: le code davanti ai negozi hanno largamente dimostrato che questi apparecchi, oltre ad essere desiderati per il design accattivante possono essere anche estremamente utili come succedanei dei pc portatili, in modo da consentire a vaste platee di consumatori di accedere facilmente ai servizi online. Nel momento in cui già si prospettano le mosse della concorrenza è scandaloso notare come, ancora una volta, invece che incentivare la diffusione di un prodotto che può segnare ulteriori passi in avanti nella via dell’informatizzazione e della semplificazione della vita quotidiana, le compagnie telefoniche si siano premurate innanzitutto di alzare al massimo le tariffe e di pretendere cifre esorbitanti sia per l’acquisto del prodotto in sé, sia per cercare di lucrare sulle spese di traffico voce, dati ed sms. Ancora una volta l’Italia si deve caratterizzare per far pagare di più beni e servizi. Negli Stati Uniti e in Europa i costi sono di molto inferiori: il prezzo dell’apparecchio arriva a triplicare rispetto a quello del mercato americano e il massimo abbonamento, che nel Regno Unito consente di avere il cellulare gratis e un traffico dati illimitato, a fronte di una spesa raddoppiata garantisce, da parte di entrambi i gestori nazionali che se ne sono accaparrati l’esclusiva, un traffico dati risibile, che non permette l’utilizzo del prodotto se non a fronte di costi assurdi. Ciò che personalmente mi preoccupa è che a farne le spese sono soprattutto i giovani, enormemente affascinati dal telefono marchiato Apple.

E’ inoltre palese la mancanza di una anche apparente concorrenza: prezzi e tariffe purtroppo lasciano più di qualche dubbio sulla possibilità che Tim e Vodafone agiscano in un mercato di concorrenza. A fronte di un interessamento dell’Antitrust è bene che anche la politica dia delle risposte. E’ mia intenzione chiedere al Governo quanto sia ancora tollerabile un atteggiamento di questo tipo sul mercato della telefonia mobile. Già lo scorso anno si era riusciti faticosamente ad abolire i costi di ricarica. Una lezione che a quanto pare non è stata appresa dagli operatori che proseguono imperterriti ad approfittare di una posizione che oggettivamente appare dominante, per cercare di far fruttare alle proprie imprese degli incassi che si ripercuotono sugli utenti. ”

venerdì, 18 luglio 2008



INTERROGAZIONE CON RICHIESTA DI RISPOSTA SCRITTA

DELL’ON. BELLOTTI

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO



Il sottoscritto Luca Bellotti, Deputato della Repubblica,

premesso che:

  • L’Italia è troppo spesso famosa per avere tariffe che gravano sul consumatore molto al di sopra rispetto ad altre nazioni europee;
  • Una tale situazione non si scaricherebbe sul cittadino soltanto nelle spese delle utenze per servizi pubblici, in cui i rincari sono all’ordine del giorno e, come nel caso dell’energia, rappresentano un serio freno al dinamismo dell’economia nazionale, ma si spingerebbero anche al settore privato dove, a causa di una concorrenza spesso soltanto nominale, con accordi sia orizzontali che verticali, i gestori di servizi di pubblica utilità apprezzano la libertà del mercato soltanto per liberarsi dal controllo dello Stato e curare i loro interessi a danno degli utenti;
  • Se lo Stato si è dimostrato abbastanza sensibile al tema delle liberalizzazioni negli scorsi anni, peraltro ancora lontane da essere completate in modo soddisfacente, più di qualche interrogativo destano le modalità che si sono adottate per realizzarle, soprattutto per ciò che concerne quei servizi che, seppure ormai indispensabili ai consumatori come la telefonia mobile, vedono pochi attori economici come protagonisti del mercato;
  • Una tale situazione ha trovato un’eloquente dimostrazione nel modo in cui uno dei più innovativi e richiesti sistemi di telefonia mobile, l’i-phone, è approdato sul mercato italiano;
  • L’Antitrust ha già avuto modo di rilevare, aprendo un fascicolo, come la scelta dei due operatori che detengono l’80% del mercato italiano, possa dare adito a più di qualche perplessità circa la correttezza dell’azione di concessione dell’esclusiva sul mercato italiano da parte della Apple;
  • I due operatori, Tim e Vodafone, hanno mostrato di approfittare subito del vantaggio stabilendo prezzi e tariffe esose e curiosamente pressoché identiche, lasciando adito a più di qualche dubbio circa la possibilità che queste siano state fissate in un regime di concorrenza;
  • Ciò che colpisce e ha irritato i consumatori è inoltre la grande differenza che corre tra i prezzi dell’apparecchio sul mercato nazionale e quelli di altri Stati Europei e internazionali;
  • Secondo quanto dichiarato da Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, in un comunicato riportato sul sito della stessa associazione, allegato alla presente in copia fotostatica, “il prezzo praticato in Italia da parte dei due gestori ‘profuma’ di cartello. Da noi il modello base dell’iPhone 3G costa 499 euro, il 300% in più degli Usa, dove viene venduto a 199$, pari a 125 euro, e il 137% in più che in Inghilterra, acquistabile a 210 euro”;
  • Secondo Pileri “anche le tariffe di abbonamento sono più elevate: da noi la media è 88 euro al mese, nel Regno Unito si spende il 33% in meno (66 euro), negli Usa il 179% in meno (31,5 euro). In Svizzera si spendono solo 25 euro di media al mese, pari al 252% in meno”.
  • Anche guardando alla comparazione di prezzi curati dal Corriere della Sera, articolo allegato anch’esso in copia fotostatica, salta all’occhio la disparità tra prezzi italiani e stranieri;
  • Per fare qualche esempio la tariffa massima, quella che consente con Vodafone e Tim di ottenere l’iPhone modello base gratuitamente, costa rispettivamente 180 e 200 euro mensili, mente nel Regno Unito appena 94 euro;
  • Colpisce a questo proposito anche osservare i limiti di traffico voce, sms e dati compresi con l’esborso di questa importante cifra: soprattutto per ciò che concerne il traffico dati, che è indispensabile ad una piena funzionalità dell’apparecchio ed è pertanto il più oneroso, esso risulta limitato a 5 GB per Tim e addirittura per Vodafone a 1 solo GB, mentre per le tariffe massime applicate nel Regno Unito, Olanda e Stati Uniti esso è illimitato;
  • Qualsiasi persona abbia una minima familiarità con il mondo di Internet può calcolare, come rileva un articolo apparso sul sito Salvagente.it e riportato anch’esso in copia fotostatica alla presente interrogazione, che “considerando che un file musicale ‘pesa’ 3 MB, e una decina di minuti per un video su YouTube, di scarsa qualità, arriva a 25 MB, basta, nell’arco di una giornata, vedere un video e ascoltare una decina di file musicali al giorno per esaurire il consumo consentito da entrambi gli operatori”;
  • Dati come questi dovrebbero portare, mantenendo ferme le competenze dell’Antitrust in materia, a considerazioni politiche circa la situazione che vive il mondo della telefonia mobile in Italia, che già nel caso dei costi di ricarica, ha dimostrato di saper sfruttare a proprio vantaggio la carenza di competitor sul mercato nazionale;
  • Ciò che colpisce maggiormente è come questa differenza di prezzi gravi estremamente sulle giovani generazioni che sembrano particolarmente attratte dalla telefonia mobile e dall’IPhone in particolare;
  • Appare pertanto necessario un intervento di larga portata che vada a sanare questa intollerabile mancanza di concorrenza che, nel caso di specie come in altri, e soprattutto nelle tariffe, comportano un esborso iniquo per il cittadino italiano, circa un servizio che è divenuto ormai necessario sia nell’ambito sociale sia in quello lavorativo;

chiede alle S.S.V.V. di sapere, richiesta di risposta scritta

  • se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e sei il Governo intenda adottare misure di propria competenza per garantire una piena concorrenza tra gli operatori del mercato della telefonia mobile;
  • se il Governo intenda porre in essere misure legislative e regolamentari per incrementare il numero degli operatori nel settore onde rendere possibile un’effettiva concorrenza nel mercato;
  • se sia intenzione dell’Esecutivo attuare quantomeno azioni di moral suasion nei confronti dell’Autorità competente e degli operatori per sollecitare gli operatori ad abbassare le tariffe di un bene che, come l’iPhone, rappresenta certamente l’ultima frontiera nel mondo delle telecomunicazioni e che pertanto dovrebbe essere patrimonio di una platea più vasta di consumatori, in modo di rendere disponibile anche ai cittadini meno abbienti l’utilizzo delle nuove tecnologie.

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