martedì 8 gennaio 2008

194 e il Papa

Chiacchierando con gli amici, avevo detto che non avrei scritto alcun post su questo Blog a proposito della 194.

Poi stamattina ho letto questa lettera, è perfetta, andrebbe imparata a memoria, è con queste persone che voglio confrontarmi sul piano politico, sono questi scritti che mi danno speranza che vale la pena rimanere in Italia e provare a fare.

Lettera a Giuliano Ferrara

Gentile Direttore,
spero che Veltroni Le risponda. Spero che si dissipi quel sospetto che porta molti a sinistra a rifiutare il confronto con i temi da Lei proposti nel timore della strumentalità. So che non esiste questo pericolo. La fuga dal dialogo crea mostri, il dialogo li scaccia. Il tema da Lei proposto è drammatico perché riguarda vite stroncate ma anche perché rimanda alle discussioni di un tempo in cui le donne erano in mano a “mammane”. E’ cambiato molto da allora. Anche la 194 ha aiutato a cambiare e non a caso la Chiesa, se ho ben capito, ne chiede l’attuazione completa e non l’abolizione. La sinistra (quella parte di mondo politico in cui vivo e vivrò, temo, con molta sofferenza a causa della sua pigrizia intellettuale) da tempo ha lo sguardo rivolto indietro e legge tutto come se fosse già accaduto. Io penso, ad esempio, che questo nuovo papato non sia una replica di tempi andati ma racconti un rapporto molto moderno fra Fede e contemporaneità. Solo chi fa della cultura laica un universo concentrazionario non vede che quello che viene chiamato, anche da Lei, lo spazio pubblico della Fede è una risorsa e non un problema. La Chiesa poi deve confrontarsi con una ripresa della religiosità nel mondo intrisa di intolleranza,di violenza, di superstizioni create dal proliferare di sette cristiane. Non difendo la Chiesa. Si difende da sé. Non sono cattolico, se fossi credente, se la riflessione attuale mi porterà a credere mi rivolgerei ad altra religione. Tuttavia l’oscuramento del ruolo laico e civile della Chiesa mi addolora. Mi addolora anche l’incomprensione culturale verso il papa tedesco che è una delle più belle intelligenze con cui, nella lettura, mi sono confrontato. Siamo circondati dalla miseria dei nuovi sacerdoti laici. La sinistra non vede e ,come spesso Lei dice, arriverà fra ventanni. Intanto il tema dell’inizio della vita e della sua tutela è di fronte a noi con la sua domanda d’amore e di senso. Penso che non possiamo trasformarla in una battaglia attorno a un diritto minacciato. L’aborto non è un diritto. E’, lo dicemmo allora, una straordinariamente drammatica pagina di dolore come sanno tutte le donne e quegli uomini che hanno cuore. Per questo penso che bisogna discutere molto fra di noi e Lei fa bene a invitarci a farlo.

Cordiali Saluti
Peppino Caldarola
Il Foglio 8 gennaio 2008

6 commenti:

Anonimo ha detto...

carissimo nicola,
conoscendoti un pò
(e son tanto felice di ciò)
quelle parole di caldarola
sembrano TUE!!!!
scherzi a parte,
è risaputa l'intelligenza e l'onestà di quell'uomo.

tuttavia,da bravo(?)
"integralista"
mi fai fare un piccolo
appunto?

quella declamazione
non solo di non essere credente
(chè quello è noto)
ma anche di garantire
che mai diventerà cattolico,
a me non è piaciuta molto.

so che,FORSE,
neanche a te
piacerà
quest'ultima parte di commento


però conto sulla tua intelligenza
prima ancora che sull'amicizia.

con rinnovata stima e-appunto-amicizia

cosimo

Nico ha detto...

La frase incriminata :"Non sono cattolico, se fossi credente, se la riflessione attuale mi porterà a credere mi rivolgerei ad altra religione."

Cosimo, può non piacere, ma è la sua idea e non me la sento di conndannarla.

Non la condivido, è ovvio, ma con gli occhi di un non credente posso capire che a volte certe contraddizioni, non della religione cattolica ma di alcuni suoi "rappresentanti" ufficiali e non, inducano a rivolgersi ad altri "lidi".

Ti permetto di non imparare a memoria quella frase ;-)

Anonimo ha detto...

il problema dell'aborto è terribilmente e drammaticamente serio. è un abominevole delitto.
ed è bene,secondo me,mettere le cose in chiaro.
anzitutto intenderci VERAMENTE: è un abominevole delitto,senza se e senza ma.occorre ricordarcelo spesso chè la cultura di morte imperante tende a stordirci un pò e a mettere la sordina sulla gravità enorme di questo delitto che è bene chiamare PECCATO MORTALE.
Secondo: quanto sta avvenendo in questi giorni in Italia va visto bene e con grande discernimento,da CATTOLICI prima che da politici.
ben venga ogni cosa che possa rendere meno brutta una squallida e bruttissima legge(chè tanto la 194 ma anche la 40 non sono per niente belle leggi,tanto meno "cattoliche")
che purtroppo non vi sono i numeri (in Parlamento e nel Paese) per CANCELLARLA.
Ma guai a non tenere presente bene questo: E' UNA LEGGE CHE LEGALIZZA L'ABORTO.
Palmaro ama aggiungere a tutto ciò che,ironia della sorte, quella legge fu firmata da un cattolico.
Il che è verissimo e deve farci riflettere.Non serve a niente nasconderci la verità. Togliatti usava la menzogna,e figli e nipoti lo fanno ancora.
Noi no!
Perchè noi amiamo la verità, e nostro padre non è Togliatti,ma neppure Dossetti. Nostro padre è Sturzo, e lo è ancor più come POPOLARI LIBERALI.

Nico ha detto...

Caro cosimo,
lo sai che fondamentalmente siamo d'accordo, io non cancellerei la legge, e parlerei di normazione al posto di legalizzazione.

Grazie comunque del bel commento :-)

Anonimo ha detto...

Come sai, sull'argomento ho molte perplessità, anche per ragioni di metodo.
Qualunque intervento, anche solo integrativo, io credo richieda un preciso mandato elettorale: lo si deve chiedere agli elettori in campagna elettorale.
E poi, e mi scuso per il mio cinismo da non credente, credo che il clima - tra i poli - sia già troppo infuocato per introdurre un tema così delicato e lacerante....in questo momento, anche perchè bisogna ricercare un'intesa sulla legge elettorale, bisognerebbe accantonare ogni elemento che sia passibile di accentuare le frizioni...

Anonimo ha detto...

e d'incanto(incanto?)
t'accorgi
che aveva ragione Invernizzi su Radio Maria...

"noi cattolici,oramai,siamo mioranza nel Paese"-diceva.

Direte:
"te ne accorgi solo ora?"

Certo che no,naturalmente.
Ma,ORA,
solo ora
mi accorgo
dei
tentativi
in atto
anche fra noi
CATTOLICI
di
negoziare
I PRINCIPI NON NEGOZIABILI.

La Vita è il Valore primario.
La libertà-come la vita-
è Dono
di Dio.
Non BANDIERA.

La legge
194/78
iniqua
ed
ingiusta,

è e rimane iniqua e ingiusta.

Anche se persino Carlo Casini,pare,
pensarla-ORMAI-diversmente.
(le smentite,sovente,sono notizie date due volte.nel caso di Casini,poi,deta smentita è giunta SOLO dopo una durissima nota del comitato verità e vita).

Anche se rimarrò
SOLO
con
padre livio,
cesare cavalleri,
mario palmaro,
mia sorella
e
MIA MADRE,
non smetterò di gridare nel deserto:l'aborto procurato è omicidio e la legge 194/78 è iniqua
ed ingiusta.

Il male non lo si legalizza
(e neppure lo si NORMA,giochino linguistico niente male,ma la sostanza-senza essere giurista-mi pare la stessa).


"e se anche il sale perdesse il suo sapore,con che cosa lo si renderebbe salato?".