venerdì 29 febbraio 2008

I popolari liberali del lodigiano

Ricevo e pubblico questa esauriente lettera:

POPOLARI-LIBERALI NEL POPOLO DELLA LIBERTA’
Del lodigiano

Agli iscritti Udc lodigiani
Al Segretario Provinciale
Udc – Lodi


Intendiamo rivolgerci a tutti voi, per senso di chiarezza e di trasparenza; perché ci sembra giusto mettere al corrente, in presa diretta, tutti coloro con i quali, in passato, abbiamo percorso un tratto di esperienza politica.
Siamo stati iscritti al partito dell’Udc lodigiano fin dalla sua costituzione ed abbiamo sempre operato con passione, dedizione, lealtà e senso di responsabilità; mettendo molte volte da parte le nostre personali convinzioni, per contribuire al bene comune del partito ed alla costruzione di un progetto politico per il Lodigiano.
Ci sono state certo delle difficoltà e delle delusioni; ma non è questo che intendiamo sottolineare; tenuto conto che – chi lo vorrà – potrà certo farlo personalmente e direttamente.
Ci preme invece portare la riflessione sul livello politico attuale; riflessione che sta alla base della nostra decisione.
Abbiamo la convinzione che si sia aperta, in Italia, una nuova fase di rifondazione di quella cultura che va nel senso del dettato costituzionale che delinea il ruolo dei partiti come strumento di intermediazione tra le esigenze della società civile e lo Stato e che quindi vuole l’attività politica come mezzo idoneo di partecipazione.
Da una prima fase caratterizzata dal personalismo e dal leaderismo, resa tangibile dai
simboli dei partiti recanti il “nome” importante e che è stata denominata come “berlusconismo”, oggi, proprio per iniziativa di Silvio Berlusconi, siamo transitati ad una fase completamente diversa che offre la possibilità alla base degli iscritti di determinare la configurazione del “contenitore” politico.
Chi nell’Udc ha sempre deprecato il fenomeno appunto del “berlusconismo” come la radice di tutti i mali, avrebbe dovuto prenderne atto ed agire di conseguenza.
Fare nascere in Italia una sezione, una costola del PPE (Partito Popolare Europeo) avrebbe dovuto costituire un traguardo che certamente nei contenuti, nei principi, nella fedeltà alla tradizione cristiana, nella sicura adesione alla dottrina sociale della Chiesa, sarebbe equivalso alla risurrezione di quella Democrazia Cristiana che sta ancora nel cuore e nella mente di tutti noi, al di là e al di sopra di ogni formalità dei simboli che, come tali, hanno una funzione storica e transitoria.
Ci saremmo aspettati, di fronte a queste prospettive, da parte dell’Udc nazionale, in particolare del gruppo dirigente e da Pierferdinando Casini, capo dell’unica corrente rimasta nel partito dopo l’uscita di Giovanardi e di Baccini, una reazione più responsabile e razionale, certamente a maggior ragione politicamente corretta:
quella cioè di partecipare alla costituzione ed al consolidamento di questo progetto come protagonista, come parte attiva, divenendone nel tempo non solo uno dei leaders, ma certamente quello più rappresentativo.
Invece – e non possiamo nascondere la nostra profonda delusione – c’è stato solo un ritorno ai toni dell’antiberlusconismo viscerale, alle reazioni umorali e stizzite, alle recriminazioni più o meno colorite che hanno costituito il clima costante di Casini, di Tabacci e del loro gruppo di riferimento dei dirigenti dell’Udc.
Ma riteniamo che questo modo di agire non sia accettabile da un numero considerevole di iscritti e, soprattutto, non sia condivisibile dalla maggior parte di coloro che, in passato, ci hanno votato.
La nostra perplessità aumenta ancora di più dalle dichiarazioni rese alla stampa da Savino Pezzotta (La Rosa Bianca) in questi giorni, secondo il quale, con l’adesione dell’Udc al loro progetto elettorale, avrà inizio una fase costituente che porterà ad un NUOVO soggetto politico; non solo. Ma è stato ribadito che il nuovo soggetto politico si dichiarerà disponibile ad alleanze anche con la sinistra non solo a livello locale-amministrativo, ma pure a livello politico generale.
Ci chiediamo a questo punto dove siano finiti i famosi pilastri politici dell’Udc, tanto propugnati da Casini, da Cesa, Buttiglione, ecc. secondo i quali la scelta di campo dell’Udc per il centrodestra doveva ritenersi inossidabile, irreversibile e l’affermazione che il partito non poteva assolutamente abbandonare né il proprio nome né il proprio simbolo.
Ora abbiamo la certezza che quanto temevamo (l’Udc che come tale scomparirà per lasciare il posto ad altro nome ed ad altro simbolo) si sta avverando con modalità che passano sopra la testa degli iscritti e che tengono conto di prerogative personalistiche.
Qualcuno ci ha obbiettato che, anche con la ipotesi di grande coalizione il Popolo della Libertà non disdegnerebbe la strada di un’alleanza irrituale con Veltroni.
L’obiezione, però, non ha significato, in quanto riguarda un dato che non si avvererà: un esito di parità nei risultati elettorali che porterebbe all’esigenza improrogabile delle grandi riforme necessariamente condivise, per poi ritornare alla consultazione elettorale. Noi siamo convinti che il centro-destra sarà chiamato a governare l’Italia, per i prossimi anni legislativi, dalla maggioranza degli Italiani, delusi e traumatizzati dall’esperienza di sinistra e che l’Udc stia perdendo purtroppo la grande occasione storica di partecipare alla rifondazione della Repubblica Italiana. E di questo sinceramente ce ne dispiace, perché per anni abbiamo combattuto assieme le stesse battaglie e lavorato per i medesimi obiettivi.
Sono queste considerazioni che ci hanno condotto a compiere una scelta di campo politica per il Popolo della Libertà.
Abbiamo espresso le nostre idee con molta schiettezza e siamo disponibili al dialogo non solo con chi ritenesse di essere d’accordo con le nostre scelte, ma anche con tutti coloro che riterranno opportuno contattarci nel segno di un confronto sereno, amichevole e costruttivo.
A livello locale abbiamo già delineato una collocazione rappresentativa ai vari livelli, dando da subito la nostra disponibilità a partecipare, con sincero spirito attivo e propositivo, alla creazione di un tavolo di lavoro comune che vedrà, come obiettivo finale, la costituzione di un unico gruppo a livello provinciale e si sta lavorando per un coordinamento interprovinciale. Questo perché intendiamo arrivare alla costituente del PdL con una struttura organizzata.
D’altra parte, e lo ribadiamo, la collocazione naturale della nostra storia anche politica di questi anni, sul territorio, non può che essere in questo ambito, con gli alleati di sempre. Diversamente gli elettori, anche nei comuni, difficilmente potrebbero ritenere che noi non abbiamo tradito la loro fiducia.
Cordiali saluti
Lodi, 27 febbraio 2008

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo testo è stato pubblicato il 10 marzo 2008 sul quotidiano di Lodi e del lodigiano IL CITTADINO, col titolo ABBANDONIAMO L'UDC, ANDIAMO CON BERLUSCONI e sottoscritto da Alberto Raimondi, Mauro Tresoldi e Paolo Bernabei.

Anonimo ha detto...

Casini centrista "eccentrico"? (20/3, lettera a "Il Cittadino" di Lodi).
Ho letto la lettera di F.B., pubblicata sul giornale del 18/3, riguardante i motivi per cui l'UDC correrà da sola alle prossime elezioni politiche. L'interpretazione che vi si dà dei fatti che hanno portato il partito centrista a tale decisione, però, non mi convince. Ritengo infatti che Casini e Cesa abbiano perso un'occasione importante per partecipare, da protagonisti,alla costituzione di un nuovo soggetto politico, un partito come il PdL che,frettolosamente bollato come "populista" ancor prima di nascere, intende invece configurarsi al modello del PPE,cioè una sorta di casa comune in Europa dei cristiani democratici,liberali e moderati. Lo ha compreso bene l'on. Giovanardi, che ha fatto una scelta di campo, adoperandosi per un progetto politico che dovrebbe essere condiviso anche da molti elettori dell'area di centro,quelli che cioè hanno mantenuto le loro posizioni di sempre. Non certo da coloro che sono attratti dalle incerte derive che sono oggi di Casini, come lo erano ieri di Follini, già Segretario dell'UDC ed ora capolista PD per il Senato in Campania,che forse qualcuno ricorderà sorridente dal manifesto che ineffabilmente lo riproduceva con la scritta " Io c'entro"....
ALBERTO RAIMONDI (Provincia di Lodi)

Anonimo ha detto...

L'ultimo commento è comparso nella rubrica Lettere & Opinioni del quotidiano lodigiano "Il Cittadino" del 25/3, sotto il titolo NON SIAMO ATTRATTI DA INCERTE DERIVE,a firma di Alberto Raimondi, Popolari Liberali della Provincia di Lodi.

Anonimo ha detto...

NUNC DEMUM REDIT ANIMUS....(Tacito)
NUNC EST BIBENDUM,NUNC PEDE LIBERO PULSANDA TELLUS.... (Orazio)